Termine coniato da Leonardo Borgese nel 1935 e successivamente codificata nel 1936 da Guido Piovene per rappresentare la pittura di un gruppo di artisti operanti a Milano negli ultimi anni venti. Il movimento nasce con l'intento di creare nuove linee architettoniche e pittoriche in opposizione al neoclassicismo del novecento, ad opera di Edoardo Persico (architetto e critico delle idee anticonservatrici) e Giulia Veronesi. I pittori chiaristi mirano tendenzialmente alla riconquista di una scioletezza di tratto di ispirazione post-impressionista e cromie libere dalle terre della tavolozza sironiana. Eliminato il chiaroscuro accademico, veniva recuperata, con il lavoro all´aperto, una tipica trasparenza e leggerezza della tavolozza, in un anelito di riscoperta dei valori luministici propri all´arte dei primitivi lombardi. Il Chiarismo ritrovava e rinnovava la pittura di paesaggio e di fiori; rendeva il ritratto immediato sottraendolo a forzature simboliche; proponeva spontaneità in composizioni soltanto apparentemente schematiche ma invero aggiornate sulla lezione delle avanguardie. Ai loro esordi i Chiaristi esposero alla galleria Bardi, quindi alla Galleria del Milione di Virginio Ghiringhelli, subentrata negli spazi di Bardi e all´Annunciata lungo gli anni ´40.