(Lucca 1863 - 1945) Primogenito di venti e figlio d'arte, il padre Pietro dipingeva quadri di soggetto sacro. Si iscrisse di nascosto all'Istituto d'Arte di Lucca, sotto il Norfini, perchè la famiglia lo aveva iscritto al Liceo Classico che non voleva frequentare. Fu pittore emblematico dell'epoca del salotto e della committenza borghese, dei cicli di famiglia e dei ritratti, passando dai toni classicisti degli esordi, a quelli romantici prima, e veristi poi della maturità'. Pittore di prestigio internazionale, personalità brillante e cosmopolita, collezionista, antiquario ed esteta, svolse un'instancabile attività da Lucca a Buenos Aires, da Parigi a Londra a Genova, per tornare infine nella città natale. Il primo viaggio in Argentina risale al 1883. In pochi mesi, De Servi si afferma come ritrattista, ottenendo commissioni da parte delle famiglie dell'elite politico-economica argentina. Nel 1884 affresca la 'Casa Rosada' a Buenos Aires; poco dopo il governo gli commissiona la decorazione della rotonda di ingresso del Museo de La Plata e, nel 1886, del vestibolo della Camera dei Senatori di Buenos Aires.Nel 1890, De Servi apre uno studio e, insieme ai pittori Michele Marcucci e Domenico Martinelli, esegue decorazioni ad affresco in dodici arcate del Cimitero urbano. Dopo alcuni mesi trascorsi a Londra, probabilmente tra 1891 e 1892, dove realizza soprattutto ritratti, e un breve soggiorno a Parigi, De Servi torna in Italia e, nel 1894, si trasferisce a Genova, dove rimane per quattro anni impegnato in importanti commissioni pubbliche e private, ricordiamo nel 1905, l’esecuzione degli affreschi nella stazione ferroviaria di Genova Brignole. Dopo un nuovo soggiorno in Argentina, protrattosi tra 1910 e 1914, durante il quale esegue la decorazione del soffitto del Salone Presidenziale nel Palazzo del Governo, De Servi torna a Lucca, dove inaugura la prima esposizione personale nel salone dell'Istituto Musicale Pacini al Teatro del Giglio, alla quale seguirà, nel 1918 una mostra con diverse opere eseguite durante il periodo bellico, trascorso nella città natale, tra cui: 'Madonna della Pace', 'Ritratto di Mario Davini', 'Ritratto della contessa Isabella Lamba Doria Sardi e figli', 'Autoritratto'. Gli anni Venti e Trenta sono segnati da un susseguirsi di mostre e riconoscimenti, nel 1924 aderisce e dichiara pubblicamente la sua adesione all'ideologia fascista. Ricordiamo l'esposizione tenuta a Roma nel 1926, nel foyer del Teatro Nazionale, la personale al Circolo Lucchese e al Grand Hotel Royal di Viareggio, entrambe del 1931, e nel 1939, la rassegna alla Galleria Geri di Milano