“Dialoghi, riflessioni sul futuro attraverso il colore” Presentazione di Daniele Squaglia
A cura di: Amici della Semiglia
Orbicciano è una piccola ed antica frazione le cui case sono sparse come “briciole” fra gli olivi delle colline, “impronte” di tante vite e di tanti passaggi. Un tempo lontano i pellegrini che percorrevano la Via Francigena, a volte, per evitare i pericoli delle pianure quasi sempre paludose, infestate da malaria e banditi, attraversavano la via di Orbicciano, sui crinali collinari, in direzione Vallebuia di Lucca per raggiungere Roma, verso la “conquista” dell’indulgenza plenaria.
Ancora lo testimonia la Chiesa di S. Giorgio che, con il piccolo “ospitale” adiacente, accoglieva i viandanti, che vi potevano trovare ristoro e sollievo.
In questo paesaggio mi piace immaginare un pellegrino che nei primi anni dell’anno mille scende il ripido sentiero di Gombitelli, attraversa Migliano e raggiunge prima l’antica Pieve di San Lorenzo con il suo campanile torrito, poi risale ancora e a pochi passi finalmente S. Giorgio “il riposo”, un attimo di pace nella lunga ricerca della propria spiritualità.
Oggi, a quasi mille anni di distanza, vedo Marco Gondoli, mi sembra anch’egli pellegrino sul difficile ed impervio cammino di una ricerca di un linguaggio personale, con il quale riuscire ad esprimere e a comunicare il suo concetto di Arte nel mondo di oggi in cui è necessario ripensare ai nostri modelli culturali, al rapporto con il tempo e con le cose che ci circondano.
Dopo una lunga e corposa esperienza pittorica, tante esposizioni e mostre, ampiamente documentate dal suo lungo curriculum, questo giovane pittore viene ospitato nella Pieve di S. Lorenzo d’Orbicciano, la stessa che per prima accoglieva i pellegrini.
Con alcune vecchie opere che documenteranno il percorso artistico, verranno esposte in questa mostra le ultime produzioni di Marco, e si potrà così condividere con lui le sensazioni con le quali affronta la sua ricerca e nella quale possiamo ritrovare gli entusiasmi e gli stupori che i “moderni”provavano di fronte alle prime sperimentazione della Pop Art .
Pop Art che si identifica con quel fenomeno artistico diffusosi nei primi anni della seconda metà del 900, che attingeva i propri soggetti dall'universo del quotidiano e utilizzando gli oggetti, i simboli e il linguaggio della società dei consumi di massa; la sua immediata comprensibilità si basava proprio sul fatto che quei soggetti sono per tutti assolutamente noti e riconoscibili. In questa maniera la stessa società dei consumi, in questo modo rappresentata, era sdoganata, e così si certificava e si santificava il momento storico, produttivo e culturale che ha attraversato il secolo passato.
In un certo senso la Pop Art rappresentava la visione sacerdotale e acritica di tale modello di sviluppo, che allora si pensava infinito, e che sostanzialmente era basato sul dissennato sfruttamento delle risorse. Nel terzo millennio ci troviamo ad affrontare i limiti di quel modello di sviluppo e le contraddizioni sono tali che ci costringono a ricercare nuovi ed alternativi modi produzione e convivenza.
Marco Gondoli fa sua l’ esigenza di un diverso modo di vivere, una strada attraverso la quale possiamo disalienarci dalla nostra condizione di consumatori; ma l’aspetto interessante di questa sua ricerca è rappresentato dal fatto che utilizza proprio la stessa strategia comunicativa usata dagli artisti della Pop Art .
In questo sforzo ci dimostra che le radici culturali, anche se ritenute superate, contribuiscono allo sviluppo delle nostre sensibilità artistiche e possono diventare risorse cognitive e strumenti da utilizzare nella sperimentazione artistica.
Infatti questo artista, pur guardando a queste esperienze passate, trasforma l'approccio culturale delle stesse approdando a concetti addirittura antagonisti.
Attraverso l’assemblaggio di materiali poveri, o comunque di scarto, ci propone “storie” diverse, storie che parlano di una vita diversa, di un diverso modo di guardare e considerare le cose che ci circondano; cose che possono ri-generarsi in modi diversi e proporci esperienze differenti e tutte altrettanto straordinarie.
Di fronte alla produzione di Gondoli sentiamo la necessità di fermare il tempo frenetico del consumo e proviamo la sensazione di essere invitati a riflettere su un nuovo modo di vivere quotidiano, in sintesi a pensare ad un nuovo modello di sviluppo culturale ed economico alternativo .
Questa ricerca concettuale di Marco Gondoli ha antiche radici e padri nobili, infatti già dagli inizi del 1900 assistiamo a grandi dibattiti e confronti sui mezzi e modi di produzione, e sulle gravi conseguenze dell’incontrollato sviluppo produttivo sull’ambiente.
L’artista partecipa a questo articolato e complesso dibattito facendo suo uno dei percorsi concettuali in cui si dipanano : il concetto dell’Uso e Riuso, Riutilizzo o meglio ancora Rigenerazione, in questo caso, dei materiali poveri o comunque di scarto. Marco infatti nei suoi lavori ricerca e sperimenta linguaggi diversi con gli oggetti di uso, e dialoga con loro di mille cose diverse, come se nel suo cammino incontrasse strani passanti e gli chiedesse di fare in modelli ponendoli in pose diverse, con vesti diverse, con sfondi diversi , ma soprattutto con emozioni diverse.
E così le cassette della frutta diventano contenitori pigmentati e colorati con incluse e rappresentate le nostre storie di vita quotidiana narrata attraverso gli oggetti; installazioni sgargianti costruite con abile forza, garbo e armonia artistica da un professionista capace di inviarci le sue storie trasformate in un messaggio non solamente estetico ma concettuale.
Volente o nolente l’artista elabora e veicola, con le sue rappresentazioni , anche il suo messaggio politico culturale, e lo fa con decisione ponendoci davanti le sue opere e stupendoci con oggetti complessivamente inediti che richiedono un attenzione diversa, che possiamo guardare attraverso la lente del nostro vivere quotidiano.
Un invito dunque al visitatore ad una lettura diversa di questa esposizione che non si basa soltanto sull’aspetto estetico del “bello” ma ha la presunzione di affrontare le diverse tematiche che ci troveranno comunque coinvolti nei tempi a venire.
Daniele Squaglia