Concetto che nasce nel secondo dopoguerra. Gli artisti promotori di questa corrente seguono gli ideali imposti da surrealismo e dadaismo, interprestando in modo alternativo le convenzioni estetiche, i luoghi comuni e la retorica imposti dal periodo. Il rifiuto ogni dogmatismo spinge numerosi artisti, quali Baj, Dangelo, Bertini, Colomba, Mariani, Preda e Tullier a rimettere in discussione elementi fondamentali come forma, colore, materia e stile, arricchendo il tutto con invenzione e creazione. Nelle loro menti inizia a farsi strada l'idea dell'esistenza di universi subumani e subatomici, costituiti da microbi, feti ed embrioni, da radiazioni e onde magnetiche e da funghi atomici... Gli autori iniziano a rappresentare soggetti non visibili, entità astratte dettate dal caso, marcando la sottile linea tra reale e surreale. Le principali tecniche utilizzate per le rappresentazioni di arte nucleare furono tachismo, frottage, action painting e collage. Va ricordata la loro partecipazione al Movimento Internazionale per un Bauhaus Immaginista la collaborazione alla rivista Phases e la scoperta del raffinato grafismo giapponese. L'arte nucleare si diffuse grazie alla rivista 'Il gesto', pubblicata tra il 1955 e il 1959.